Come vi avevo già accennato
nell’articolo precedente, la mia passione è sempre stata quella di scrivere. È necessario
fare questa premessa per capire che nel corso della mia vita, mi sono sempre
ritrovata dinanzi a un foglio bianco con tante idee nella testa e mille mondi
immaginari da esplorare. Una delle poche idee che non ho mai abbandonato, è
quella di Xera. Quando inventai questo nome [che ricorda molto quello di Xena,
la mia eroina preferita] anche se potrà sembrare difficile da credere, lo
associai a un pianeta e non alla splendida adolescente che descrivo nella mia
storia.
Xera era un pianeta con tanto di struttura geografica, economica ecc.
ma soprattutto era nato come fumetto. Quest’ultimo sviluppo lo raggiunsi ai
tempi dell’università, quando una Valeria pazza, si unì indissolubilmente con Monsieur
G, compagno d’avventure di una vita e per affetto, fratello adottivo. Il nostro
sogno si concretizzò in numerose tavole ma purtroppo non trovò riscontro con la
realtà poiché il lavoro (per due inesperti) si rivelò troppo grande, senza contare che
certe vicissitudini familiari, decretarono un mio temporaneo allontanamento
dalla scrittura e purtroppo anche da Monsieur G (non temete, dopo un anno di
meditazione ascetica, ci siamo ritrovati).
In questo periodo riscoprii un’altra
mia passione che già in passato era stata per me, fonte d’ispirazione: i
videogames. Non fraintendetemi, so che per alcuni non sono altro che una
perdita di tempo o a uso esclusivo dei classici Nerd che televisione e cinema,
hanno stigmatizzato. Io penso, invece, che per una ragazza costantemente con la
testa in spazio/tempi differenti (non preoccupatevi non sono schizofrenica,
almeno credo), l’idea di entrare in prima persona in quelle ambientazioni
Fantasy interattive, era stupendo. Tutti quei luoghi che avevo immaginato solo
con la mente, li ritrovavo davanti ai miei occhi (non posso non citare Final
Fantasy VIII).