01/07/13 Data molto
importante per me. In quella calda giornata estiva, decisi che era giunto il
momento di smuovermi da un periodo di torpore e sonnolenza intellettiva. Avere
la possibilità di rincorrere i propri sogni, oggigiorno, è diventato un lusso
che in pochi si concedono, vuoi per la mancanza di prospettive lavorative ma
soprattutto, perché ormai è prassi, il dover inculcare nei giovani, la
mentalità secondo cui i sogni si possono rinchiudere in un cassetto, per essere
sostituiti da pensieri realistici come: conseguire un titolo di studio, trovare
un lavoro (se sei fortunato) e se tutto va bene, crearti una famiglia alla quale
tramandare gli stessi principi. Adornato inoltre, dalla falsa speranza, di
avere tutto il tempo del mondo per poter realizzare il proprio sogno.
Quanto di tutto questo, corrisponde a verità ? Io non lo so di certo, tuttavia l’idea di accantonare
la mia passione per segregarla in un cassetto dimenticato, mi uccideva.
Com’è
facilmente comprensibile, il mio sogno è scrivere. Lo è sempre stato sin da
piccola. Inutile citare le innumerevoli agende, ricche di storie, che mi hanno
sempre accompagnato nel corso della mia vita e lo stesso si può dire per i cari
amici libri.
Potreste anche non crederci, ma possiedo ancora il primo libro che
mi è stato regalato e con molto orgoglio, è esposto nella mia piccola libreria
personale; per chi fosse curioso in merito, il titolo è … tenetevi forte … : Un
Giorno alla Fattoria, con tanto di orologio gigante che mi permise di imparare
anche le varie ore del giorno.
Ho sempre prediletto
i libri senza illustrazioni, poiché mi davano modo di immaginare ogni singolo
dettaglio, proprio come lo desideravo (non sono una maniaca del controllo eh! …
forse solo un pochino), poi quando il racconto terminava, correvo subito a
scriverne uno mio, con un finale che all’epoca ritenevo migliore (maniaca del
controllo parte seconda).
Ben presto però,
iniziò anche l’epopea dei cartoni animati e naturalmente è inutile per me
riportare come da bambina, ambissi a creare storie da cui trarne, appunto,
animazioni. I miei preferiti erano (come sempre si suol dire) quelli che passava il
convento , in questo caso i canali locali e tra i più famosi,
indubbiamente, c’erano: Anna dai capelli rossi e Papà Gambalunga (mi asterrò
dal riportare tutto il periodo delle scuole elementari in cui emulavo Sailor
Moon nella mia cameretta, meglio evitare di divulgare certe informazioni … ehm "Penna cancella l’ultima parte" [Cit.]).
Ora qualcuno di voi
potrebbe chiedermi: “Ok, va bene, ma che c'entra tutto questo con il titolo del
tuo blog?”, “C'entra eccome!” rispondo. Per chi non avesse mai visto questi anime,
dovete sapere che le protagoniste, solitamente, possedevano scrittoi o scrivanie, che dir si voglia, molto
particolari e da allora, io me ne sono innamorata. Per questo motivo, quando ho
creato il mio blog, mentre mi barcamenavo tra vari nomi, in compagnia del fido
Signor N. e del mio Big V. nulla mi sembrò più evocativo, quanto lo scrittoio in
questione, per rappresentare in toto, l’idea che avevo in testa per quella
piattaforma.
Ovviamente non poteva essere un semplice scrittoio qualunque, bensì
uno segreto, dotato di tanti piccoli cassetti, nei quali avrei riposto tutte
le storie, i pensieri e le emozioni che fino a quel momento mi ero limitata a
trascrivere un po’ di qua e un po’ di la.
Spero che la risposta
vi abbia soddisfatto, mie care Giovani Leve anche perché è l’unica, quindi o
questa o niente. Come disse il buon Alastor Moody: “Fine della storia, addio, ciao; ci sono domande?”
[Cit.]
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